martedì 19 marzo 2019

III DOMENICA DI QUARESIMA

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».


SIGNORE DEL TEMPO
Ti confesso, Signore,
che quando incrocio un annuncio funebre di un mio coetaneo,
un brivido mi corre lungo la schiena.
Possibile che per qualcuno come me
il tempo sia già scaduto?
Credo di non essere pronto per il trapasso,
ho ancora tante cose da fare,
affetti da seguire, storie da incontrare.
È pur vero che nella maggior parte dei casi
tergiverso, non mi sento pronto, rimando a domani…
Ho l’impressione di avere ancora tanta vita davanti,
mentre in realtà ho la sola certezza del tempo presente.
Aiutami, Signore, a vivere ogni tempo
come se fosse l’ultimo, il più importante,
quello decisivo per realizzare il mio compito nel mondo.
Aiutami a riconoscere quanto ogni attimo è prezioso,
se vissuto pienamente, con gioia, tenerezza e amore.
Aiutami a credere che davanti a te un anno è come mille,
che la mia vita è sicura tra le tue mani,
che il futuro che mi attende è molto più grande
di tutto ciò che io posso immaginare.


Il tempo non è infinito

 
C’è un dono, di cui forse non siamo mai abbastanza riconoscenti, che riceviamo ogni giorno: il tempo. Un’opportunità da riempire con le nostre scelte: anche quella di lasciarlo semplicemente scorrere è in effetti una scelta! Viceversa, nel tempo possiamo essere qualcosa: vegetare o portare frutto, per noi o per altri. C’è chi ritiene che la vita sia da spremere e godere; c’è chi matura passando dal ruolo di figlio a quello di padre; c’è chi pensa che le doti e gli strumenti ricevuti assumano il proprio senso soltanto se messi a frutto e condivisi. Quest’ultima prospettiva è quella evangelica. Come avvenne a Gesù, è secondaria la quantità di tempo avuta a disposizione, come la quantità di frutti prodotti. Ciò che conta è l’aver compiuto lo scopo per cui si è al mondo: come quell’albero piantato perché dia fichi al vignaiolo.
Se riteniamo, a qualsiasi età, di dover ancora svolgere il nostro compito, il Vangelo di oggi ci richiama all’urgenza del nostro impegno. Ci ricorda che è bene lavorare sul nostro terreno e concimarlo; fuor di metafora, si tratta di prepararsi per dare il meglio nel campo che ci è più congeniale. E poi raggiungerlo. I fatti di cronaca a cui Gesù accenna, come altri mille che possiamo trovare in qualsiasi quotidiano, ci dicono che il tempo che è assegnato a ciascuno non dipende dai suoi meriti o dalle sue colpe. Semplicemente, non lo conosciamo. Per questo non possiamo permetterci di sciuparlo


VANGELO VIVO 
Nella finale del Super Bowl, uno degli eventi televisivi più seguiti in America, una nota casa automobilistica ha scelto di usare per il suo spot le parole registrate di Martin Luther King in un sermone pronunciato due mesi prima di essere ucciso. Ascoltate oggi le sue parole riassumono la sua vita. «Vuoi essere importante? Perfetto. Vuoi essere riconosciuto? Perfetto. Vuoi diventare grande? Perfetto. Ma se vuoi essere riconosciuto come il più grande, devi servire gli altri. Questa è la grandezza. Se vorrete dire che ero un protagonista, dite che ero un protagonista per la giustizia. Dite che ero un protagonista per la pace. Ero un protagonista per la rettitudine. E che tutte le altre cose superficiali non contavano nulla. Non voglio avere dei soldi da lasciare in eredità. Non voglio avere cose belle e di lusso da lasciare in eredità. Ma voglio lasciare in eredità una vita di impegno».


QUESTA SETTIMANA NELLA RUBRICA “PIETRE VIVE”
Su Telepace Trento (canale 601)

Sabato 23/03/19 ore 13.30 e ore 20.35
Domenica 24/03/19 ore 13.30 e ore 20.35

Fra Francesco Patton, Custode di una terra Santa
L'antica Abbazia di Novacella
Cattedra del Confronto, incontro sulla mitezza
I tesori d'arte del Castello del Buonconsiglio



La coscienza lei come le gatizole:
chi che ghe n'ha
e chi no ghe n'ha