mercoledì 8 luglio 2015

QUINDICESIMA DOMENICA B TEMPO ORDINARIO

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.



Collaboratori e messaggeri

L'evangelista Marco ha una particolare attenzione verso i Dodici, gli Apostoli. Si può dire che non c'è situazione in cui loro non siano presenti. Per questo pone la loro chiamata subito all'inizio della missione di Gesù: devono partecipare a tutta la sua vita terrena. Solo così, secondo Marco, possono essere veri testimoni di lui. Quando non ci saranno, egli svia l'attenzione raccontando la morte del Battista.
Gesù non chiama «a sé» per trattenere, ma per inviare. Per un verso Gesù sceglie i Dodici perché stiano «con lui», ma per l’altro al fine di renderli pienamente apostoli, cioè «per mandarli a predicare». Va colta qui la ragione ultima e decisiva del discepolato cristiano. Il credente non si relaziona intimisticamente col proprio Maestro. Cristiano è colui che, conosciuto profondamente Gesù, poi lo va ad annunciare.
È interessante notare che in Marco, mentre Gesù predica il Vangelo, gli apostoli predicano la conversione. Un tema sul quale l’evangelista insiste sin dal primo capitolo del suo Vangelo riferendosi al Battista (1,4) e a Gesù stesso (1,15). Solo dopo la risurrezione gli apostoli riceveranno l’incarico di predicare l’evangelo: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (16,15).
Gli apostoli di Gesù partecipano ormai della sua stessa autorità, del suo potere: «Scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano». Già nell’antichità l’olio era usato come medicinale e presso gli ebrei l’unzione assumeva anche un valore di investitura regale e sacerdotale. Qui ha un alto valore simbolico: collaborare all’azione corroborante e rinnovante avviata definitivamente da Gesù. Su questo cammino deve muoversi la Chiesa e ciascuno di noi. Oggi.

 
 
PAROLA DA ANNUNCIARE

O Gesù, ci inviti a riflettere
sull’importanza della missione.
Ci chiedi fedeltà alla tua Parola da annunciare;
povertà affettiva ed effettiva,
necessità di conversione.

Ci chiedi anche di scacciare i demoni
e guarire gli infermi.
Ci chiedi un annuncio
serio, impegnativo, sollecito.

La tua è una richiesta decisa e determinata,
a noi sta non rispondere
in maniera blanda e opzionale.
Ci invii e ci proponi il distacco dai beni,
sobrietà di vita, fiducia in te,
libertà dal possesso, dalle ricchezze,
dalla fiducia nei soli mezzi umani.

Possiamo evangelizzare se siamo stati evangelizzati,
possiamo essere maestri se siamo stati discepoli.

Non dobbiamo avere paura di annunciare e testimoniare
la nostra fede, di lasciarci plasmare da te.

La fedeltà alla tua Parola è fedeltà a te.
Donaci, Signore Gesù, la forza missionaria dei tuoi Apostoli
per annunziare anche noi la tua Parola in un mondo che cambia.

Antonio Merico