giovedì 16 luglio 2015

SEDICESIMA DOMWNICA TEMPO ORDINARIO B

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.



Cristo, nostro riposo
L'estate avanza veloce, qualcuno sta sognando le ferie, qualche altro le ha già archiviate, per i più non se ne parla neppure… Ma uno stacco, anche minimo, è indispensabile all'uomo. Per ritemprarsi, per ripartire.
Il Vangelo ci offre un tocco da maestro. I dodici sono stati in missione e ora raccontano quello che hanno «fatto» e «insegnato». I due verbi sintetizzano il compito affidato loro da Gesù nel momento di costituirli «apostoli»: sono stati scelti per predicare e cacciare i demoni.
Proprio lui, che aveva preso l'iniziativa di inviarli in missione, ora si affretta a invitarli a riposare. In questo modo si realizza il secondo obiettivo per il quale aveva scelto i dodici: «Affinché stessero con lui».
Gesù offre ai suoi discepoli il riposo di cui hanno certamente bisogno dopo l'attività apostolica. Li porta («con lui»), per sperimentare che la missione è legata ad una continua e approfondita comunione con lui, in luogo tranquillo. Il riposo consiste soprattutto nello stare con lui. Questa è la dinamica della vita apostolica, secondo Marco: la combinazione adeguata dell'intimità con Gesù (tempo di apprendistato e di comunione) con la missione (tempo di attività e di insegnamento).
Nella familiarità rimane ben evidenziato il riposo che Cristo offre loro. Nella risposta di Gesù risuonano quelle altre sue parole: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò sollievo» (Mt 11,28). Gesù stesso è il riposo dell'apostolo. La missione apostolica, il lavoro apostolico, non è facile e comporta stanchezza. Così è nell'essere testimoni. Nessuno ha detto che debba essere altrimenti.
Ma l'evangelista che fa attenzione a Gesù ne sottolinea la reazione di fronte alla moltitudine in attesa: di compassione. Sia così per noi!


QUANTO BISOGNO ABBIAMO, SIGNORE DI METTERCI IN DISPARTE E RIPOSARE
Non tanto per la fatica della strada, quanto per l'affanno della vita; della mia vita, tanto agitata, tanto tremendamente rivolta all'esterno; tanto impregnata di occupazioni, studi, famiglia...
Sento come se tu mi avessi invitato, come lo facesti una volta coi tuoi discepoli: «Venite anche voi con me, in un luogo solitario, per riposare un po'» (Mc 6,30).
Quanta necessità di solitudine, di «stare» serenamente, senza far altro che pormi alla tua presenza, zittire i rumori esterni e lasciare che quelli interiori si facciano via via più silenziosi, fino a che gli uni e gli altri spariscano del tutto. Godere di quella «solitudine sonora» che desidero di tutto cuore, in cui Tu mi parli senza suono di parole; in cui Tu direttamente ti dirigi al mio cuore.
Parla, Signore, al mio cuore. Rasserena il mio cuore agitato, intrappolato in tante e tante cose che mi allontanano da Te. Sii Tu il mio unico e prezioso tesoro, e allora potrò concentrarmi in Te, perché so che «dov'è il tuo tesoro, lì sta il tuo cuore».
Il cuore è la misura dell'uomo. E un cuore che prega dev'essere un cuore che ama. Mi piacerebbe, Gesù, possedere un cuore come quello di tua Madre, che custodisca la tua parola e la mediti nel suo interiore, la contempli, l'incarni e la proclami. Un cuore che, poiché prega, s'apre come un ventaglio al mondo di chi soffre.
Donami, Signore, un cuore come il tuo, che ama, che non conosce egoismi, che non custodisce la vita per sé, che rimane attento e vigile verso il cuore di ogni fratello.
Ti ripeto, con sant'Agostino: «Signore, ci hai creati per Te, e il nostro cuore vive inquieto finché in Te non riposa».



IN CAMPAGNA
Un pittore si rivolge a un contadino:
- Scusi, posso dipingere le sue rose?
- No, mi piacciono di quel colore lì!



Preghiera per il periodo estivo e vacanziero
Signore, mentre ti ringrazio per il riposo estivo, mi ricordo di quelli che non ce l’hanno e lo vorrebbero; ma anche di quelli che ne hanno tanto e non sanno cosa farsene. Signore, tu hai mai avuto vacanze?
Detto così, penso di noi. Il tuo tempo “importante” lo riempivi di silenzio e colloqui con il Padre, ma anche di visite agli amici, incontri con famiglie, viaggi per ogni villaggio Il tempo del riposo è sacro, perché risana, insegna, prepara, rende saggi, affina.
Signore, dona silenzio a pace al mio tempo di riposo. Dona incontri finalmente senza fretta con i fratelli che incrocio. Spingimi nei luoghi dove le visite sono rare e sbrigative: ospedali, ospizi, case attraversate dal dolore. Ne uscirò in pace, e so già il perché.
Signore, il riposo in preghiera non è il vuoto di tutto, ma il pieno di te. E’ tempo di festa, di lode e di gratitudine. E’ l’ottavo istante, come quello che segnò la creazione di ogni cosa.
Non è assenza, ma presenza. Del mondo e delle creature. Di me stesso, di Te. Così sia.