martedì 21 luglio 2015

DICIASETTESIMA DOMENICA TEMPO ORDIANRIO, ANNO B

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.



Bisognosi di «pane»
Con l'evangelista Marco ci siamo fermati al «tentato stacco di riposo» per gli apostoli, ma subito le folle hanno risvegliato un'attenzione di compassione in Gesù. E la solitudine sperata se ne è volata via… Non ci sono, forse, anche per noi delle premure a cui prestare attenzione?
Eccoci, con l'evangelista Giovanni, a scavare le conseguenze di questa «passione viscerale d'amore» di Gesù per l'uomo bisognoso di cure e di pane. Ci troviamo nei pressi di Cafarnao, il villaggio dei pescatori di Galilea. È gente che va da Gesù con il bagaglio della propria fatica, persone segnate dall’insicurezza e dalla sofferenza, uomini in ricerca… sono tutte affascinate dalle parole di Gesù e dal suo stile, ma pure imbrigliate in tante situazioni contorte. A questa gente, Gesù presenta la prospettiva nuova della Pasqua vera, la sua Pasqua. Il suo dono!
Si noti l’abbondanza, la pienezza. Ce ne fu per tutti. Ce ne fu in gran quantità finché ne furono sazi. Ce ne fu anche per gli assenti desiderosi di cibarsi. Dio si dona in abbondanza a coloro che lo cercano! Tutto ci rimanda alla Pasqua e all’Eucaristia. Gesù, donaci di saper apprezzare l’Eucaristia, di celebrarla con amore: è il modo che tu hai scelto per restare con noi dopo le giornate intense della Pasqua.
Tutto ci rimanda alla Chiesa, cioè la comunità fondata sull’Eucaristia. È curioso notare come, a partire da queste pagine, avviene una graduale rarefazione delle persone che ascoltano Gesù. Il maestro rimane sempre più solo, al punto da chiedere ai discepoli: «Forse anche voi volete andarvene?». Erano circa 5000 persone sulle rive del lago quel giorno. Nel cenacolo saranno solo in 12, ognuno attraversato da una sua vicenda contorta di fede e di umanità. E noi ci incontriamo con lui?



IN CAMPAGNA
Un turista chiede a un'anziana del posto:
- Scusi, dove va questa strada?
- Che io sappia non si è mai mossa da qui...



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Sabato 25/07/15 ore 13.15 e ore 20.30
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