martedì 17 luglio 2018

SEDICESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO B

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Come mostra la prima lettura, e il Vangelo stesso, oggi al centro della parola che la liturgia ci porta c’è il fatto che Dio ha concretizzato le sue promesse in Gesù di Nazareth: attraverso il suo Salvatore egli veglia sul suo popolo. Il Vangelo descrive la “piccola” gente di Galilea che si affolla al seguito di Gesù come una comunità di uomini sfiniti di cui nessuno si occupa. Essi hanno sentito che Gesù si preoccupa sinceramente di loro, e che ha il potere di venire loro veramente in aiuto. È ciò che fa, portando l’indispensabile salvezza a tutti quelli che si rivolgono a lui fiduciosi, nella loro disgrazia sia fisica che sociale o spirituale.
La Chiesa non cerca oggi di distrarci con delle belle storie che parlano dei tempi passati. Attira la nostra attenzione sul fatto che Gesù Cristo risuscitato continua ad agire come il Salvatore di Dio. Egli può e vuole aiutarci nella nostra disgrazia. Compatisce le nostre preoccupazioni. Nella nostra miseria possiamo rivolgerci a lui. Egli ci consolerà, ci darà la forza, ci esaudirà. È lui che ci fa trovare le vie per uscire dalla disgrazia, che ci mette accanto delle persone che ci aiutino. E soprattutto, Gesù Cristo conosce l’ultima e la peggiore delle nostre miserie: la nostra ricerca di una salvezza duratura e felice, che sia per noi o per tutti quelli che amiamo, dei quali ci preoccupiamo, e che abitano con noi questo mondo.



Il valore del riposo
 
Ci riconciliano con noi stessi queste belle parole di Gesù agli Apostoli: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Gesù, che in altre occasioni si mostra ferreo e radicale, che chiede un passo in più verso l’impegno totale, oggi è umano e pieno di tenerezza. Certo, «non avevano neanche il tempo di mangiare», si affretta a dire il Vangelo. Gesù li conduce alla barca e potranno godersi quantomeno la traversata. Giunti nel luogo deciso, questo non è già più deserto. E la sensibilità di Gesù ha nuovamente il sopravvento, questa volta per la folla che ha bisogno di una guida, di un pastore.
Quante volte abbiamo visto mamme e nonne stanche dopo una giornata faticosa, rimettersi ai fornelli o al servizio dei propri figli. L’amore è così, ma Gesù pare dirci che non bisogna dimenticarsi di ciò che siamo: esseri umani che necessitano di pause e di “ricreazione”. Come dice la parola, creare nuovamente lo spazio per recuperare energie e per ascoltare gli appelli del nostro corpo e del nostro spirito. 
Ogni persona ha ritmi ed esigenze diverse, ma è proprio del Padre conoscerli e accettarli. Se la nostra società sembra moltiplicare l’offerta di pacchetti vacanze “tutto compreso”, in realtà cerca di riempire di cose da “fare” la nostra vita.
«Venite, voi soli...» continua a dirci, aspettandoci, Gesù.


È INCONCEPIBILE

È inconcepibile, è straordinario,
è qualcosa che incide sempre più profondamente
nel mio animo quel tuo stare lì
in silenzio nel tabernacolo.
Vengo in chiesa la mattina e lì ti trovo.
Corro in chiesa quando t'amo e lì ti trovo.
Ci passo per caso o per abitudine o per rispetto e lì ti trovo.
Ed ogni volta mi dici una parola, mi rettifichi un sentimento,
vai componendo in realtà con note diverse un unico canto,
che il mio cuore sa a memoria
e mi ripete una parola sola: eterno amore.
Oh! Dio, non potevi inventare di meglio.
Quel tuo silenzio in cui il chiasso della nostra vita si smorza,
quel palpito silenzioso che ogni lacrima assorbe;
quel silenzio, più sonoro d'un angelico concento;
quel silenzio che alla mente dice il Verbo,
al cuore dona il balsamo divino;
quel silenzio in cui ogni voce si ritrova incanalata,
ogni prece si risente trasformata;
quella tua presenza arcana...
Lì è la vita, lì è l'attesa;
lì il nostro piccolo cuore riposa,
per riprendere senza posa il suo cammino.

                                                                                             (Chiara Lubich)
 Su Telepace Trento (canale 601)
Sabato 21/07/18 ore 13.30 e ore 20.35
Domenica 22/07/18 ore 13.30 e ore 20.35

Comunità Papa Giovanni XXIII, mezzo secolo con gli esclusi;
Il nuovo volto della missione;
Padre Angelo Attolini, una vita per la missione;
“Nostalgia. Viaggi tra i cristiani d’Oriente”
In difesa del diritto dell’educazione e all’istruzione;
“Storie senza Storia. Tracce di uomini di guerra”



Per ogni fine c'è un nuovo inizio
E' una follia odiare tutte le rose perché una spinati ha punto;
abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato,
rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito.
E' una follia condannare tutte le amicizie
perché una ti ha tradito,
non credere in nessun amore solo perché
uno d loro è stato infedele;
buttare via tutte le possibilità di essere felici
solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto..
Ci sarà sempre
un'altra possibilità,
un'altra amicizia,
un altro amore,
una nuova forza.
Per ogni fine c'è sempre un nuovo inizio.

(dal "Piccolo Principe")