Dal Vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
O Gesù, con i tuoi santi Magi t'adoriamo,
con essi ti offriamo i tre doni della nostra fede
riconoscendoti e adorandoti quale nostro Dio
umiliato per nostro amore,
quale uomo rivestito di fragile carne
per patire e morire per noi.
E noi tuoi meriti sperando,
siamo sicuri di conseguire l'eterna gloria.
Ti offriamo i nostri doni della fede.
Con la nostra carità ti riconosciamo
sovrano di amore nei nostri cuori,
pregandoti che, nella tua infinita bontà,
ci degni gradire ciò che tu stesso ci hai donato.
Degnati di trasformare i nostri cuori
come trasformasti quelli dei santi Magi
e fa ancora che i nostri cuori
non potendo contenere gli ardori della tua carità
ti manifestino alle anime dei nostri fratelli
per conquistartele.
Il tuo regno non è lontano
e tu facci partecipare al tuo trionfo sulla terra
per poi partecipare al tuo regno nel cielo.
Fa che non potendo contenere
le comunicazioni della tua divina carità,
predichiamo con l'esempio e con le opere
la tua divina regalità.
prendi possesso dei nostri cuori nel tempo
per possederli nell'eternità.
Che mai ci togliamo da sotto il tuo scettro:
né la vita né la morte valgano a separarci da te.
La vita sia vita attinta da te a larghi sorsi di amore
per spandersi sull'umanità
e ci faccia morire a ogni istante
per vivere solo di te,
per spandere solo te nei nostri cuori.
S. Pio da Pietralcina
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto
per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui
era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e
le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli
venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero
per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla
luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni
uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di
diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue
né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che
viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: "Era di
lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di
me".
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su
grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la
verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è
Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Conoscere e amare Gesù
La celebrazione dell'Epifania del
Signore è un po’ la «sigla finale» del periodo natalizio. Questa festa non è il
giorno dei saggi provenienti dall'oriente, bensì il giorno dell'apparizione o
manifestazione al mondo. Il termine «epifania» deriva dal culto dell'imperatore
considerato divino, salvatore, soprattutto nel giorno del suo primo mostrarsi
alle genti, la sua Epifania, l'inizio nuovo della salvezza.
Dal bambino di Betlemme traspare
la luce inaccessibile di Dio. Certo occorre un occhio capace di andare oltre la
materialità delle cose e della corporeità dell'uomo. Per quanto riguarda Dio
occorre avere cuori puri. Ha cuore puro chi ha la rettitudine dell'amore, chi
aspira a ciò che è alto, nobile e santo. Occhi così vedono nelle cose Colui che
le ha create e in Gesù il Verbo della vita.
I Magi avevano questi occhi e nel
bambino hanno visto il Redentore. Anche noi siamo chiamati a mantenere puri gli
occhi, se vogliamo contemplare le realtà divine. È possibile per noi, anche se
fisicamente Gesù non è più con noi, attraverso la Chiesa nella quale risuona
viva la parola, operi la grazia attraverso la liturgia e un popolo di Dio nasca
e cammini nel tempo. L'occhio deve essere puro e il cuore libero da ambizione,
avidità, sensualità, paura, frastuono... da ciò che è terreno. Questo sguardo
puro deve accompagnarci nella celebrazione eucaristica, nei rapporti
interpersonali, negli eventi della vita. Allora nel mutamento possiamo scorgere
qualcosa che resta, nell'egoismo un amore, nell'assenza una promessa, nella
solitudine un'amicizia e tutto porterà un nome: Gesù Cristo. Dobbiamo chiedere
con insistenza questo dono che è il dono dei doni: conoscere e amare Gesù
Cristo.
PREGHIERA
PREGHIERA
con essi ti offriamo i tre doni della nostra fede
riconoscendoti e adorandoti quale nostro Dio
umiliato per nostro amore,
quale uomo rivestito di fragile carne
per patire e morire per noi.
E noi tuoi meriti sperando,
siamo sicuri di conseguire l'eterna gloria.
Ti offriamo i nostri doni della fede.
Con la nostra carità ti riconosciamo
sovrano di amore nei nostri cuori,
pregandoti che, nella tua infinita bontà,
ci degni gradire ciò che tu stesso ci hai donato.
Degnati di trasformare i nostri cuori
come trasformasti quelli dei santi Magi
e fa ancora che i nostri cuori
non potendo contenere gli ardori della tua carità
ti manifestino alle anime dei nostri fratelli
per conquistartele.
Il tuo regno non è lontano
e tu facci partecipare al tuo trionfo sulla terra
per poi partecipare al tuo regno nel cielo.
Fa che non potendo contenere
le comunicazioni della tua divina carità,
predichiamo con l'esempio e con le opere
la tua divina regalità.
prendi possesso dei nostri cuori nel tempo
per possederli nell'eternità.
Che mai ci togliamo da sotto il tuo scettro:
né la vita né la morte valgano a separarci da te.
La vita sia vita attinta da te a larghi sorsi di amore
per spandersi sull'umanità
e ci faccia morire a ogni istante
per vivere solo di te,
per spandere solo te nei nostri cuori.
S. Pio da Pietralcina