mercoledì 12 luglio 2017

QUINDICESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO A

Dal Vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Il Vangelo ci racconta - se si eccettua l’ultima frase - la storia di una catastrofe. Tutto comincia nella speranza e, nonostante questo, non tarda ad essere ridotto ad un nulla: gli uccelli mangiano il seme; il terreno pietroso gli impedisce di mettere le radici; le piante spinose lo soffocano... tutto segue il suo corso disperante.
Tuttavia, in mezzo a questa catastrofe, Dio annuncia il suo “ma”: in mezzo al campo di concentramento di Auschwitz, padre Kolbe - morendo di denutrizione - loda ancora Dio onnipotente.
Nella parabola del seminatore si incontra il “ma” di Dio: ci sono poche speranze, ma vi è almeno una terra buona per portare cento frutti.
È con gli occhi di Gesù che bisogna leggerle questo genere di storie catastrofiche. E bisogna leggerle con Gesù fino in fondo.
La prima parte mostra che tutto è vano. Eppure la storia di questa sconfitta porta ad una conclusione inattesa. Dio, nella sua infinita misericordia, non lascia che il seminatore soccomba come un personaggio tragico.
Forse abbiamo qui, davanti a noi, una legge che vale per tutte le azioni di Dio nel mondo. Poiché la causa di Dio nel mondo è spesso povera e poco appariscente. Quando la si prende a cuore, si può soccombere alla tentazione della disperazione. Ma le storie di Dio hanno un lieto fine. Anche se all’inizio nulla lascia presagirlo.
Forse Gesù non racconta solo questa storia alle persone che sono sulle rive del lago. Forse la racconta a se stesso per consolarsi. Si chiede: cosa sarà di ciò che intraprendo? Si scontra con la cecità, il rifiuto, la pedanteria e la violenza. Non è ignaro delle sconfitte. “Ma” la sua parola porta i suoi frutti nel cuore degli uomini



Il seme della Parola
Tra le immagini che Gesù usa per lasciar intendere il suo messaggio, quella del seminatore è una delle più vive ed attuali. A tutti, almeno alle scuole elementari, è capitato di piantare qualche seme e contemplare il miracolo della vita. Ed è Gesù stesso a spiegarne il significato.  
Quello della Parola di Dio è certamente un buon seme. Cala dall'alto, come tante cose meravigliose che vengono elargite da Colui che ha creato l'esistente. Ciò che viene dal cielo «scende per irrigare la terra, fecondarla e farla germogliare» e per «operare ciò che il seminatore desidera», ci assicura il profeta Isaia nella prima lettura. Il Seminatore è decisamente abile, almeno durante la presenza terrena di Gesù: saggio, coerente, comunicativo. Il messaggio è in ottime mani. Poi viene offerto agli esseri umani, e i frutti che porterà dipenderanno da loro, terreno più o meno fertile.
Qualcuno si lascerà portare via quel seme prezioso dal "Maligno"; altri non concederanno alla Parola il tempo di radicarsi nella vita, condizionati da fatiche e opposizioni; altri si lasceranno fuorviare dagli idoli del mondo, come l'apparenza e la ricchezza, che soffocheranno il seme buono. Ma coloro che accoglieranno e comprenderanno la Parola porteranno frutto in grande quantità: cento, sessanta o trenta per uno! Uccelli, sole e spine non potranno nulla se il terreno è appropriato e ricettivo. 
Durante la vita è probabile che ci ritroviamo in tutti e quattro i terreni. Ma oggi, quale ci rappresenta di più? Come onoriamo il seme?  


IMPREGNAMI DELLA TUA PAROLA

Apri a noi la tua porta, Signore,
e da te, come dal giorno,
io sarò illuminato.
Alla luce canterò la tua gloria.

Al mattino mi risveglio
per lodare la tua divinità
e mi affretto
per impregnarmi della tua Parola.

 Con il giorno la tua luce
brilli sui nostri pensieri,
e le tenebre dell'errore
siano cacciate dalle nostre anime.

 Tu che rischiari ogni creatura,
rischiara anche i nostri cuori
perché ti diano lode
lungo tutto il fluire dei giorni.


                                                                                  (San Giacomo di Sarug)



La nonna.


Sono una nonna che sta per giungere alla mèta.

Quest’ultimo tratto di strada cerco di percorrerlo
tenendo per mano le mie nipotine e infondere in loro
tanto coraggio, ottimismo e speranza.
Quando racconto qualche episodio triste del mio passato
tento di far capire quanto sia inutile disperarsi,
ribellarsi, non voler accettare.
Serve solo affrontare le difficoltà con fiducia nell’Onnipotente
e nelle persone che amiamo e che amano.
Spesso i miracoli avvengono, se ci credi,
ma i miracoli li facciamo noi stessi attingendo a tutte le risorse
che Dio ha messo dentro di noi e che dobbiamo scoprire.
Noi anziani possiamo amare e guidare queste nuove vite
che ci fanno ricordare  il nostro passato;
gli errori che abbiamo commesso
e capire i loro errori
senza atteggiarci a giudici o a critici troppo severi.
Un vecchio e un bambino:
che cosa meravigliosa!
I nipoti
Noi ragazzi abbiamo bisogno della guida e dell’esempio
di chi ha già vissuto gran parte della sua vita.
Abbiamo bisogno di un cuore tenero
dove versare i nostri dubbi e le nostre paure,
sicuri di essere capiti.
Abbiamo bisogno di una mano salda
ove tenerci per evitare le cadute.
Tutto ciò i nonni ce lo possono dare
con la loro esperienza.
E i racconti del loro passato
ci fanno capire come pian piano
tutto si risolva e la vita continui.
L’amore dei nostri nonni
unito all’amore dei nostri genitori
ci farà affrontare  l’avvenire con fiducia e serenità.




Un amico sa tutto di te e nonostante ciò ti vuol bene.