martedì 25 luglio 2017

XVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».


San Tommaso d’Aquino, il grande teologo del Medioevo, utilizza un’immagine: noi uomini siamo come una freccia già in piena corsa. Un altro ha preso la mira e ha tirato. Non spetta più a noi cercare un obiettivo: è già stabilito. E dove va questa freccia di cui il Creatore ha stabilito l’obiettivo? Ecco la risposta: la freccia corre verso il bene, e dunque verso la felicità. Dio, e la felicità di essere presso di lui, corrispondono alla più profonda aspirazione dell’uomo. Qui non vi è nulla di imposto, nessun compito da fare come penso, nessun passaggio a gincana, non dobbiamo stringere i denti. Come il ruscello scorre naturalmente verso il mare, così l’uomo è in cammino verso Dio. Questo insegnamento sugli uomini si trova nella parabola di Gesù che ci presenta il Vangelo. È riassunto in sette righe di una semplicità geniale. Il Regno dei cieli è proprio ciò che si cerca nel profondo del cuore. È come un tesoro di cui si scopre l’esistenza. È come una perla, la perla delle perle che il mercante ha cercato per tutta la sua vita. Se il mercante raggiunge il suo obiettivo, non è grazie alla sua tenacia, ma perché ciò gli è concesso in dono. Tuttavia il regno dei cieli non ci è tirato in testa. Bisogna impegnarsi personalmente, essere pronti anche a sacrificare tutto. Ma non per una cosa estranea. È ciò che abbiamo di più personale, e al tempo stesso un dono. E bisogna saper cogliere questo dono; bisogna essere pronti. Quando si raggiunge l’obiettivo, non bisogna crollare come dopo un eccesso di sforzo, ma esultare di indescrivibile gioia.
Il segreto del cristianesimo può essere espresso in un’immagine di sette righe. Ce ne vogliono un po’ di più ai predicatori! Quanto a ciascuno di noi, ci vuole tutta una vita per capirlo.



La perla più preziosa
 
Cosa abbiamo di più prezioso nella vita? Le persone care, la salute, i ricordi, i nostri beni, la stima della gente?
Per Gesù non ci sono dubbi: è Dio il tesoro più prezioso e la perla di più alto valore. O meglio, è la realizzazione concreta del suo Sogno, della sua Volontà, il vero obiettivo della vita. Per esso è disposto a rinunciare a ciò che solitamente gli uomini ritengono importante: una moglie e dei figli, la buona considerazione di tutti, la ricchezza dei beni materiali, il potere e il controllo sugli altri.   
Anche Salomone compie una scelta controcorrente. Dio lo invita a chiedergli ciò che desidera come nuovo re, ed egli esclude una vita lunga, la ricchezza o la sconfitta dei propri nemici. Consapevole del suo ruolo in Israele, chiede la capacità di farlo nel migliore dei modi, con saggezza ed intelligenza. Sarà nei secoli l’emblema del giudice giusto che sa distinguere il bene dal male. 
E noi? In ogni momento della vita dobbiamo fare delle scelte. Più tempo per il lavoro o per la famiglia? Più attenzione a noi stessi o a coloro che amiamo? Badare solo alla propria cerchia di amici o allargarsi a chi non si conosce ancora nella comunità? Sfogarsi e nutrire la propria ira o lasciar perdere e cercare la serenità?
Per ciò che riteniamo più prezioso saremmo disposti, come nella parabola, a lasciare tutto per ottenerlo. Scommetteremmo su questo "dio" la nostra vita. Allora, perché non seguire Gesù, che ha puntato tutto su Dio, il Padre? La sua vicenda ci conferma che egli ci porterebbe dentro alla nostra vera e completa felicità.   
 
 

CHIEDIMI CIO' CHE VUOI TI CONCEDA

Fin da piccolo, Signore,
mi hanno fatto sognare una lampada di Aladino
che mi concedesse la realizzazione dei miei desideri.
Poi ho capito che sono io a dovermi impegnare per raggiungerli,
ma anche quanto sia importante scegliere quelli giusti.
Come ho capito che ci sono cose che non dipenderanno mai da me,
ma sono semplicemente regali da accogliere, se arriveranno.
Per questi oso rivolgermi a te,
perché è umano invocare chi ha le chiavi del mistero,
e in fondo mi esorta, come fece con il re Salomone,
a chiedergli ciò che vorrei mi concedesse.
Tante volte ho avuto richieste chiare,
giuste e persino impellenti.
Tante volte mi hai risposto, subito o col tempo,
concedendomi molto di più di quello che avrei sognato e sperato.
Ma, forse nelle cose che ritenevo più importanti,
apparentemente tu hai nicchiato, atteso, taciuto,
lasciandomi seri dubbi sulla tua presenza e sul tuo amore.
È il mistero della vita, che noi vediamo da prospettive limitate,
mentre tu vedi nell'interezza.
Per questo ora so cosa chiederti, con le parole di Gesù e Maria:
«Tu sai ciò di cui ho bisogno».
«Si compia in me la tua volontà».

VANGELO VIVO
A diciannove anni Elena Rastello era nella Nazionale di Atletica e deteneva il primato mondiale sui 2000 metri indoor. Un infortunio alla vigilia della Coppa Europa la interrogò sul suo futuro: davvero le bastava correre, vincere e girare il mondo? Comprese un po' per volta che la sua gioia era vivere per i giovani, per i poveri, per Dio. Da molti anni è suora missionaria in Africa, in Kenia e in Tanzania.
Ha raccontato: «Uno dei primi giorni nella baraccopoli di Nairobi (Kenia), una adolescente con alcuni fratellini ci diede metà del suo ugali, la loro polenta povera. Quel gesto ridimensionava, ai miei occhi, i successi da atleta: delle coppe e delle medaglie vinte non m'interessava più nulla».


QUESTA SETTIMANA NELLA RUBRICA “PIETRE VIVE”
Su Telepace Trento (canale 601)

Sabato 29/07/17 ore 13.30 e ore 20.15
Domenica 30/07/17 ore 13.30 e ore 20.45
Martedì 01/08/17 ore 17. 15

"La missione fa 90"
 La festa dell'emigrazione in ricordo di S. Paolina
 S. Romedio e gli ex voto restaurati
 A Stella di Renon il nuovo altare della chiesetta di San Giuseppe



La volontà di Dio – S. Cipriano Commento al Padre nostro

La volontà di Dio è quella che Cristo ha seguito e ha insegnato. E’ umiltà nella conversazione, fermezza nella fede, discrezione nelle parole, nelle azioni giustizia, nelle opere misericordia, nei costumi severità. Volontà di Dio è non fare dei torti e tollerare il torto subito, mantenere la pace con i fratelli, amare Dio con tutto il cuore, amarlo in quanto è Padre, temerlo in quanto è Dio, nulla assolutamente anteporre a Cristo, poiché neppure lui ha preferito qualcosa a noi.  Volontà di Dio è stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e forza, dargli ferma testimonianza quando è in discussione il suo nome e il suo onore, mostrare sicurezza della buona causa, quando ci battiamo per lui, accettare con lieto animo la morte quando essa verrà per portarci al premio


Un amico non è chi ti asciuga le lacrime, ma chi evita che tu pianga.

Preghiera di Salomone (dalla prima lettura) 1R2, 7-9

"Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene, io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare.
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare  questo tuo popolo così numeroso?".

Salomone, anziché chiedere a Dio potenza militare e ricchezza, chiede di essere giusto con il suo popolo e di distinguere il bene dal male.
Non potrebbe forse essere una preghiera anche per noi?....